Dare vita a nuove realtà imprenditoriali è possibile uno dei più vivaci esempi di questo tipo è l’impresa Tobilì: Cucina in movimento che si occupa di cucina internazionale nata dalla fusione di diverse culture che hanno fatto della loro varietà il loro punto di forza.
Konatè il più giovane del gruppo proviene dal Mali la zona del Sahel di cui porta i sapori e le tradiizoni culinarie,, Levent proviene dalla turchia in particolare dal Kurdistan ,Susanna è invece armena , Bouyagui e Hosameldine sono invece egiziani. Ognuno di loro è lontano dalla propria terra e dalle proprie radici, ma da questo distacco nasce la grinta per continuare a seguire i propri sogni anche lonatno da casa. Questi giovani migranti hanno trasformato le loro difficoltà e diversità in potenzialità. Nei loro piatti infatti possibile assaporare tutti profumi e le tradizioni antiche che si portano con se.
Creare un’impresa mista non significa avere degli ostacoli da superare ma solo unamarcia in più per arrivare più lontano
Il loro lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione con Roberto Vitaloni, un professionista italiano esperto nella gestione di attività legate alla ristorazione, e Daniela Fiore, che si occupa di progettazione sociale e di interventi di sviluppo locale.
Sono i volti sorridenti della cooperativa “Tobilì: “Cucina in movimento”. Giovani migranti richiedenti e titolari di protezione internazionale che hanno scelto, partendo da Napoli, di rimboccarsi le maniche. Si occupano di catering etnico, cucinando pietanze dei loro paesi (e non solo). Con loro la cucina diventa strumento di riscatto e integrazione, i fornelli annullano le differenze (“Ai napoletani piace mangiare bene, noi proviamo a convincerli con sapori nuovi e diversi”) e spianano la strada verso un futuro fatto di opportunità. Così, grazie al progetto I.A.R.A. (acronimo di Integrazione e Accoglienza per Rifugiati e richiedenti asilo), con la regia dell’impresa sociale onlus LESS e la collaborazione del Comune di Napoli, corsi di cucina etnica e servizi di catering all’interno del centro Sprar di corso Garibaldi favoriscono il dialogo interculturale e rafforzano l’idea che lasciarsi alle spalle un passato di guerre e difficoltà, di fughe e peripezie sia possibile, eccome.